Shelf Cloud – Nube a Mensola

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I brandelli di nube che si vedono sotto la base della shelf sono detti “scud cloud”, “fractus” o “fractocumuli”, e si formano per condensazione dell’aria in zone del temporale caratterizzate da forte turbolenza, quindi nelle aree in cui il temporale aspira aria dall’esterno oppure in prossimità dei rovesci.

Per capire se i fractus sono associati ad outflow (aria che esce dalla nube) o inflow (aria che entra nella nube) è importante osservare la loro evoluzione.

Infatti quando questi tendono a salire e unirsi alla base del cumulonembo denotano correnti in ingresso nel temporale.

Quando sono associati all’outflow invece, come nel caso dei fractus sotto la shelf cloud, tendono ad allontanarsi dalla nube.

In alcuni casi i fractus possono anche essere in rotazione, ed è l’eventualità più pericolosa, perché significa che si trovano al di sotto di un mesociclone, nel punto in cui potrebbe formarsi un tornado.

Le formazioni nuvolose che si trovano nella parte posteriore di una shelf cloud sono definite “whale’s mouth” o “bocca di balena”.

Dopo il passaggio del fronte della shelf, quando cioè possiamo vedere il suo “soffitto” (prima che sopraggiungano i rovesci), notiamo un caratteristico cielo molto turbolento, con le nubi che generalmente si muovono molto velocemente spinte in fuori e modellate dal forte vento in uscita dal temporale.

La whale’s mouth è più sviluppata quanto più è alto il tasso di umidità dell’aria in prossimità del suolo.

Una nube simile come conformazione alla shelf cloud è la roll cloud, o nube a rullo.

A differenza della shelf però non è collegata alla base del temporale. La roll cloud infatti viene spinta in fuori dai venti in uscita dalla nube temporalesca e letteralmente “rotola” davanti al temporale.

Può anche precederlo di un bel pezzo ed essere seguita da una shelf cloud. In alcuni casi le roll cloud possono essere ancora presenti quando il temporale si è già dissipato, oppure formarsi in contesti non temporaleschi, come semplici fronti precipitativi o anche nelle zone di interazione tra masse d’aria con caratteristiche diverse.

Come sempre, mandateci pure tutte le vostre foto e fate tutte le domande che volete!

Autore del Post

Andrea Pardini

Amministratore Fondatore e Developer. Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico, con la passione per Meteorologia e la Scienza in generale. Attualmente Developer, Marketing e Social Media Manager presso una Concessionaria. Si occupa: del mantenimento della strumentazione e del portale web, stesura di articoli. Partecipa ai progetti: Archivio Eventi Meteo e Tornado in Italia.

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