Cari giornalisti, datevi una calmata ed evitate il sensazionalismo: la meteorologia è una cosa seria

Meteorologia e Disinformazione: perché la divulgazione seria è più importante che mai

Da qualche giorno circola online un articolo dal titolo provocatorio: Cari meteorologi, datevi una calmata. Un testo ben scritto, che punta il dito contro quella che viene definita una comunicazione allarmistica del caldo estremo, accusando i meteorologi di contribuire alla disinformazione sul cambiamento climatico con nomi fantasiosi per gli anticicloni, grafiche sensazionalistiche e toni esagerati.

Cari meteorologi, datevi una calmata

Una riflessione legittima, che apre un dibattito importante: come comunichiamo il caldo estremo e con quali parole? Ma c’è un fraintendimento fondamentale da chiarire, perché il bersaglio dell’articolo, in realtà, non sono i meteorologi professionisti, bensì quei portali generalisti che sfruttano la meteorologia come mezzo per fare traffico e guadagni, spesso senza alcuna base scientifica.

Accusati ingiustamente

Anche noi di Meteo POP ci sentiamo chiamati in causa da queste critiche, ingiustamente. Fin dalla nascita del nostro progetto, la corretta divulgazione scientifica è sempre stata al centro del nostro operato. Non abbiamo mai cercato il clamore, ma abbiamo sempre lavorato per offrire analisi basate su dati, osservazioni e modelli previsionali affidabili.

Nel mondo dell’informazione meteorologica, è sempre più difficile distinguere tra chi fa scienza e chi fa spettacolo. Purtroppo, il folklore meteorologico – fatto di nomi come Caronte o Pluto per indicare gli anticicloni, mappe “infuocate” e temperature misurate sui cruscotti – finisce per rappresentare, nell’immaginario collettivo, l’intera categoria dei meteorologi.

Ogni giorno ci tocca leggere titoli e servizi con espressioni come:
❌ “Bomba d’acqua”
❌ “Bomba di grandine”
❌ “Caldo afoso e torrido”
❌ “Caronte, Minosse, Lucifero…”

…possiamo continuare, l’elenco è lungo e purtroppo pieno di castronerie che l’informazione italiana continua a ripetere.

La vera meteorologia non cerca i like

I meteorologi professionisti non danno nomi fantasiosi agli anticicloni. Non usano foto di termometri da farmacia per dimostrare che fa caldo. Non costruiscono previsioni sensazionalistiche per raccogliere visualizzazioni. Quello non è lavoro scientifico, ma marketing travestito da scienza.

Eppure, queste pratiche hanno colonizzato il panorama mediatico, contribuendo a una confusione pericolosa, soprattutto su un tema urgente come il cambiamento climatico.

Caldo estremo: un segnale reale del cambiamento climatico

Il caldo estremo è reale, misurabile, sempre più frequente. È uno dei segnali più evidenti del riscaldamento globale in corso. Proprio per questo, è fondamentale non svuotarlo di significato, riducendolo a una caricatura con nomi da rotocalco e allarmi infondati.

Non serve urlare per farsi ascoltare. Serve spiegare, educare, aiutare il pubblico a leggere i dati, a comprendere la differenza tra percezione soggettiva e realtà scientifica.

Comunicazione meteo: consapevolezza prima di tutto

La comunicazione meteorologica ha oggi un ruolo chiave, non solo per informare, ma per costruire consapevolezza. Chi lavora con la scienza del tempo e del clima ha la responsabilità di aiutare a capire, non di alimentare confusione. È un compito difficile, soprattutto in un’epoca in cui la visibilità online spesso premia l’esagerazione, non la competenza.

Ma è anche una sfida che, come noi di Meteo POP, abbiamo scelto di affrontare ogni giorno, con serietà, trasparenza e rispetto per la scienza.

Pertanto rispondiamo così: Cari giornalisti, datevi una calmata ed evitate il sensazionalismo: la meteorologia è una cosa seria!!

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