La Tempesta Perfetta sulle Dolomiti – Vaia

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La fine di ottobre 2018, precisamente tra Sabato 27 e Martedì 30, ha visto l’Italia coinvolta da una intensa fase perturbata, dovuta ad una profonda depressione che ha attivato violentissime raffiche dai quadranti di Scirocco.

Oltre ad eventi di tipo alluvionale, il vento ha portato effetti distruttivi in molte zone da Nord a Sud.

Le forti raffiche di vento si sono combinate con ulteriori rinforzi e turbolenze locali.

Non si è verificata pertanto alcuna Tromba d’aria / Tornado come erroneamente hanno riportato alcuni media, fatta eccezione per la provincia di Carbonia-Iglesias dove una stretta striscia di alberi è stata abbattuta per circa 7km, da un fenomeno di tipo vorticoso.

Ecco che intensità è stata raggiunta dal vento tra il 29 e il 30 ottobre in varie parti d’Italia.

  • 88 km/h a Pontremoli
  • 102 km/h a Roma-Ciampino
  • 124 km/h a Lugano
  • 128 km/h al Passo Valles (Dolomiti)
  • 140 km/h a Urbino-Oss. Serpieri
  • 148 km/h a Capo Carbonara (Sardegna sud-orientale)
  • 155 km/h al Colle di Cadibona (Savona)
  • 171 km/h alla Spezia e a Follonica 
  • 180 km/h a Marina di Loano 
  • 200 km/h sul Monte Rest (Prealpi Carniche)
  • 204 km/h sul Monte Gomito (Appennino Tosco-Emiliano).

Notevoli danni si sono verificati in: Trentino, Veneto e Friuli. 

I media non hanno dato tanto peso alla notizia, ma come ci racconta Federico De Crescenzo, nostro collaboratore che vivendo in quelle zone ha vissuto in prima persona l’evento, la situazione è stata alquanto drammatica.

“Il delirio” – racconta Federico, alle tre del pomeriggio di Martedì, ha cominciato a farsi notte come se fosse il crepuscolo e le piogge si sono intensificate, seguite poi dalle forti raffiche di Scirocco intorno alle 17 che sono andate avanti fin verso le 22.

Le raffiche hanno raggiunto i 150-200 km/h radendo al suolo vaste porzioni di foresta (si stima circa un milione e mezzo di metri cubi di legname abbattuto nella sola Provincia di Trento).

Alcune persone proprio per la caduta degli alberi hanno perso la vita.

Diverse case, aziende hanno subito danni sempre da parte del vento che ha scoperchiato loro il tetto, come al noto Rifugio Emilio Comici, ai piedi della parete principale del Sassolungo, dove abbiamo registrato una delle nostre recenti dirette dalle Dolomiti.

I danni al Rifugio Emilio Comici

Alcune cabinovie, hanno avuto dei danni, come ad esempio a Selva di Cadore e in Val di Fassa.

Diversi comuni poi, sono rimasti isolati, a seguito di numerosi eventi franosi, che hanno reso impraticabili molte strade, con conseguenti guasti alle linee elettriche e del metano. 

Come ci segnala Federico, sono rimaste isolate frazioni come Avoscan di San Tomaso Agordino e Larzonei nel comune di Livinnalongo del Col di Lana

Continua Federico nel raccontarci che proprio ieri tra mancanza di luce e gas, si è scatenato una sorta di panico generale, con molte persone che si sono riversate nei supermercati per fare scorta di beni di prima necessità, ma anche nei distributori a fare benzina.

Ecco alcune foto e descrizione dei danni.

Val Pettorina: danneggiato il borgo di Sottoguda, uno dei più belli d’Italia, vicino alla Marmolada, famosi suoi “Serrai” che sono delle profonde gallerie tra la roccia.

Valle del Cordevole: nella foto, nel comune di Cencenighe Agordino é venuta giù una frana sotto una delle abitazioni.

Le immagini qui sopra riguardano Colle Santa Lucia, ove decine di tetti sono stati scoperchiati.

Situazione simile a Selva di Cadore, dove anche qui si sono verificate diverse frane e tre tetti divelti.

Val di Zoldo: anche qui una frana appena dietro un’abitazione, veri smottamenti e su alcuni tratti di strada si sono aperte delle voragini.
E sempre nella stessa valle  diversi boschi rasi al suolo.

Alto Cadore,  Santo Stefano di Cadore qui alcune auto sono state sommerse dai detriti.


Colpa del Riscaldamento Globale?

In molti ce lo avete chiesto, ma non è possibile determinare per i singoli eventi meteorologici un diretto legame con il Global Warming.

Anche perchè eventi di questo tipo si sono già verificati in Italia e in maniera anche più intensa come nel Novembre del 1966.

Quel che possiamo affermare è che con un pianeta più caldo, avremo una tendenza ad un aumento dei fenomeni estremi.

L’obbiettivo che dobbiamo porci è pertanto quello di cercare di migliorare la situazione del territorio, realizzando opere che vadano a ridurre il più possibile i rischi. 

Ma non solo, dovranno essere fatte attività di educazione alla popolazione in quanto, molti non sono a conoscenza delle minime norme di autoprotezione.

Fonte dati e notizie: Giornale Trentino, Nimbus, CNR-ISAC, FB: Agostino Curreli Luciani

Autore del Post

Andrea Pardini

Amministratore Fondatore e Developer. Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico, con la passione per Meteorologia e la Scienza in generale. Attualmente Developer, Marketing e Social Media Manager presso una Concessionaria. Si occupa: del mantenimento della strumentazione e del portale web, stesura di articoli. Partecipa ai progetti: Archivio Eventi Meteo e Tornado in Italia.