La Verità sulla “Lumaca Killer”: Cos’è l’Angiostrongilosi e Qual è il Legame con il Clima

Negli ultimi giorni, termini allarmistici come “lumaca killer”, “strage di cani” o “allarme in Australia” hanno fatto il giro del web e dei vari quotidiani. Ma cosa c’è di vero dietro queste espressioni sensazionalistiche?

Facciamo chiarezza: non è la lumaca ad essere pericolosa, bensì un verme parassita chiamato Angiostrongylus cantonensis, veicolato da chiocciole e limacce.

Angiostrongylus vasorum, un nematode facente parte della famiglia dei Metastrongylidea

Un recente studio condotto in Australia dall’Università di Sydney ha registrato 93 casi di angiostrongilosi neurale nei cani tra il 2020 e il 2024, evidenziando una chiara correlazione con condizioni climatiche estreme, come umidità elevata e forti piogge, che favoriscono la proliferazione degli ospiti intermedi del parassita.


Cos’è davvero l’Angiostrongylus cantonensis?

Conosciuto anche come verme polmonare del ratto, l’Angiostrongylus cantonensis è un nematode (verme cilindrico) parassita, originario del Sud-est asiatico, che si sviluppa nei ratti, suoi ospiti definitivi. Il ciclo vitale del verme è complesso e coinvolge:

  • Ratti (ospiti definitivi): dove il parassita si riproduce.
  • Lumache, chiocciole e limacce (ospiti intermedi): si infettano ingerendo larve espulse dai ratti attraverso le feci.
  • Cani e uomini (ospiti accidentali): si infettano ingerendo accidentalmente lumache infette o alimenti contaminati (anche crostacei crudi o acqua non sicura).

Perché si parla di “lumaca killer”?

Il termine “lumaca killer” è un’espressione giornalistica, usata quasi esclusivamente in Italia, e risulta del tutto fuorviante. In zoologia, la “killer snail” (Anentome helena) è una specie carnivora predatrice di altre chiocciole, ma non ha alcun legame con l’angiostrongilosi.

La vera minaccia è il verme parassita, non la lumaca in sé. I cani si infettano giocando o annusando nel terreno, ingerendo inconsapevolmente una lumaca infetta. Lo stesso può avvenire anche per l’uomo.


Sintomi dell’Angiostrongilosi: cosa rischiano cani e persone

Nei cani, l’angiostrongilosi neurale può causare:

  • Paralisi degli arti posteriori
  • Incontinenza
  • Iperestesia (ipersensibilità agli stimoli)
  • Sintomi neurologici gravi

Secondo lo studio condotto da Jan Šlapeta e Phoebe Rivory, la mortalità nei cani varia tra il 14% e il 58%.

Negli esseri umani, il parassita può provocare una forma di meningite eosinofila, con sintomi come:

  • Forti mal di testa
  • Rigidità del collo
  • Febbre
  • Danni neurologici

Fortunatamente, i casi umani sono molto rari e non si trasmettono da persona a persona. In Australia, dal 1971, sono stati registrati circa 34 casi umani, tra cui almeno due fatali, incluso quello noto di Sam Ballard, morto dopo aver ingerito una lumaca contaminata.


Il legame con il cambiamento climatico

Lo studio pubblicato dall’Università di Sydney evidenzia una chiara correlazione tra eventi meteorologici estremi e aumento dei casi di angiostrongilosi neurale nei cani. In particolare:

  • 93 casi confermati dal 2020 al 2024 (su 180 sospetti)
  • Picco nel 2022 con 32 casi
  • Maggior concentrazione a Sydney e Brisbane

Le forti piogge e l’alta umidità creano le condizioni ideali per la proliferazione delle lumache, aumentando le possibilità di trasmissione del parassita. Il cambiamento climatico sta inoltre espandendo le aree geografiche favorevoli alla sopravvivenza di ratti, gasteropodi e dello stesso verme.

Uno studio ha stimato che il rischio di trasmissione aumenta tra i 2 e i 10 mesi dopo eventi meteorologici intensi, rendendo l’angiostrongilosi un rischio crescente anche in zone precedentemente non interessate.


Diffusione internazionale: casi anche in Europa

Sebbene l’Australia sia uno dei paesi più studiati, l’Angiostrongylus cantonensis non è confinato al continente oceanico. Nel 2023 è stato documentato un caso a Valencia, in Spagna, mentre in Italia si sono verificati solo episodi isolati legati a viaggi in aree endemiche.

In sintesi, la cosiddetta “lumaca killer” non esiste. La reale minaccia è un verme parassita il cui ciclo è influenzato da condizioni ambientali e climatiche. Non si tratta di una nuova emergenza sanitaria, ma di un rischio gestibile con informazione, igiene alimentare e monitoraggio veterinario.

I cani, in particolare, possono essere considerati vere e proprie sentinelle ambientali, utili per intercettare precocemente il rischio anche per l’uomo.

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