Pesticidi: il conflitto in Ucraina ne potrebbe favorire il ritorno

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La drammatica situazione in Ucraina ha creato molti problemi legati all’approvvigionamento di molte materie prime tra cui il mais, elemento utile per creare mangimi per gli animali.

La Commissione Europa andando incontro agli agricoltori ha concesso delle deroghe agli Stati membri, ma fermo restando rimanendo nei parametri come stabilito dalle norme vigenti e non abbassando gli standard.

La Spagna sta importando mais dal Brasile e dall’Argentina, stati dove vengono usati fitofarmaci nocivi per la Salute e banditi dalla Ue da alcuni anni.

Secondo il Report annuale dell’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sui pesticidi la nostra nazione è la più virtuosa per aver condotti controlli sui prodotti nazionali, ma anche quelli importati.

Il 99% degli alimenti (Report 2020 ) è risultato conforme alle disposizioni di legge, ma soprattutto anche sicuro.

In Italia secondo i dati del Ministero della Salute sono ancora in commercio oltre 1000 pesticidi, ne sono stati ritirati o messi al bando almeno 13mila negli ultimi anni.

Secondo un recente studio dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), l’Italia ne utilizza 114 mila tonnellate l’Anno.

Immagine da web

La Commissione Europea ha deciso di congelare i piani “Farm to Fork” e “Biodiversity, accantonati a causa del conflitto in Ucraina.

L’obiettivo di ridurre del 50% l’uso dei pesticidi nella Ue entro il 2030 sembrerebbe non più un obiettivo primario e tutti gli sforzi per limitare l’uso dei pesticidi potrebbe essere in parte vanificato o addirittura concesso qualche ritorno di taluni messi al bando nel passato.

Sostanze che non fanno molto bene ne all’ambiente ne alla salute umana. Pensate che giusto per fa un esempio, il nematocida 1,3 dicloropropene utilizzato in agricoltura in fase di presemina e ritenuto cancerogeno dalla comunità scientifica.

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Autore del Post

Redazione RMA

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