Temperature Marine Record nel Mediterraneo: un Allarme per Clima e Risorse Idriche

Il Mediterraneo si sta trasformando in un vero e proprio “brodo caldo”, con temperature superficiali che raggiungono livelli mai registrati prima. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che evidenzia come il riscaldamento dei mari stia procedendo a un ritmo allarmante, con conseguenze dirette sul clima, sulla disponibilità idrica e sull’equilibrio degli ecosistemi.

Mare Nostrum: Anomalie Termiche Oltre i 5 Gradi

Secondo l’Osservatorio ANBI, il Mediterraneo occidentale e il Nord-Atlantico orientale si stanno riscaldando molto più velocemente rispetto alla media globale. Se a livello planetario le anomalie marine attuali sono di +0,37°C rispetto alla media 1991-2020, il Mare Nostrum registra valori eccezionali, con anomalie che superano i +5°C tra Spagna, Francia, Corsica e Sardegna occidentale.

Nonostante l’area orientale del Mediterraneo – dall’Egeo fino alle coste egiziane – presenti valori più in linea con la media o addirittura inferiori, l’ovest del bacino è bollente. Nei prossimi giorni, le acque tra Tirreno e Ionio toccheranno i 29°C, senza mai scendere sotto i 27°C, con un anticipo di almeno una settimana rispetto al 2023, anno che detiene il record assoluto per temperature marine globali.

Impatti Diretti sul Clima Continentale

Il riscaldamento dei mari ha ripercussioni immediate sull’atmosfera terrestre. Le zone dove il mare è stato più freddo, come l’Europa orientale e il Mar Nero, hanno registrato temperature dell’aria più basse. Al contrario, in Europa occidentale, dove le acque marine sono roventi, il mare non riesce più a mitigare le ondate di calore, favorendo l’instabilità atmosferica.

L’energia accumulata nel mare aumenta il rischio di fenomeni meteorologici estremi, come forti temporali, nubifragi e grandinate, specie dove le correnti calde e umide si scontrano con masse d’aria fredda d’alta quota.

L’Italia nella Morsa del Caldo Africano

Nel mese di giugno 2025, l’Italia è stata colpita da un’ondata di caldo africano che ha portato le temperature fino a 40°C in alcune aree. Le zone più calde sono state:

  • Sardegna Occidentale interna
  • Pianura Padana
  • Fascia tirrenica centrale, con record attesi attorno ai colli romani

Secondo il CMCC, nei prossimi anni Roma potrebbe subire un aumento delle ondate di calore estive fino al +186%.

Emergenza Idrica: Fiumi e Laghi in Sofferenza

L’Osservatorio ANBI evidenzia un calo generalizzato dei livelli idrometrici in gran parte della Penisola, a causa delle alte temperature e della persistenza dell’alta pressione.

Nord Italia:

  • Il lago di Como è al 71,8% della capacità, mentre il Maggiore si mantiene al 95,4%.
  • Il fiume Po ha visto una riduzione del 25% della portata in una sola settimana a Pontelagoscuro.
  • In calo i livelli idrici di Dora Baltea, Toce, Stura di Demonte e Stura di Lanzo.

Centro Italia:

  • In Toscana calano i fiumi Arno, Serchio; stabili Sieve e Ombrone.
  • Nelle Marche, buona la dotazione idrica (53,2 mln mc), mentre in Umbria il lago Trasimeno è sceso di 5 cm in 7 giorni.
  • Nel Lazio, in calo i laghi Sabatino (-3 cm), Nemi (-3 cm) e Albano (-63 cm da settembre 2023).

Sud Italia:

  • In Basilicata, gli invasi perdono 1 milione di metri cubi al giorno, con solo 252,94 mln mc residui.
  • In Puglia, gli invasi della Capitanata trattengono meno di 100 mln mc, contro i quasi 150 mln dello scorso anno.
  • In Abruzzo, la diga di Penne ha già erogato 1,46 mln mc in un mese.

Serve una Strategia Nazionale per il Clima

Francesco Vincenzi, presidente di ANBI, lancia un appello:

“La crisi climatica, seppur largamente predetta, sta subendo una straordinaria accelerazione soprattutto nell’area mediterranea, dove i territori sono esposti a crescenti rischi”.

Massimo Gargano, direttore generale, sottolinea la necessità di una strategia complessiva:

“È indispensabile investire in infrastrutture, ricerca e innovazione, ma anche incentivare il ritorno nelle aree interne per ridurre la pressione antropica sulle coste”.

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