Allagamenti a Dubai, Niente Cloud Seeding

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Dubai, una città rinomata per il suo clima arido e le sue imponenti strutture, si è trovata sotto i riflettori meteorologici a seguito di un evento eccezionale, ed in parte inquadrato da alcuni modelli.

Nella giornata di martedì 16 aprile 2024, piogge intense e prolungate hanno colpito la regione, con una quantità di precipitazioni che ha sorpassato di gran lunga i normali accumuli.

Media locali affermano di circa 160mm, ovvero 160 litri di pioggia per metro quadrato, caduti in soli 24 ore, una cifra che solitamente si accumula nell’arco di un anno e mezzo per questa zona, rendendo questa occasione un’eccezione fuori dal comune per la città.

Le strade di Dubai, seppur provviste di un normale sistema fognario, non sono state in grado di smaltire e gestire tali volumi d’acqua.

Queste come abbiamo visto da varie immagini, si sono trasformate in veri e propri corsi d’acqua, creando disagi e ostacoli alla circolazione. Anche le abitazioni e le attività commerciali hanno subito danni a causa dell’infiltrazione dell’acqua.

L’Aeroporto Internazionale di Dubai, uno dei più trafficati al mondo, è stato costretto a sospendere diverse operazioni a causa delle piste sommerse e degli aerei temporaneamente trasformati in “navi”. Le compagnie aeree hanno dovuto affrontare ritardi e cancellazioni di voli, con Flydubai che ha dovuto cancellare tutte le sue operazioni fino alle 10:00 del mattino seguente.

Colpa del Cloud Seeding? NO, e vi spieghiamo perchè!

Molti individui inclini alle teorie del complotto hanno avanzato ipotesi in merito a un presunto utilizzo di Cloud Seeding durante l’eccezionale evento meteorologico, senza comprendere appieno né la natura di tale tecnica né la dinamica atmosferica che ha causato l’evento.

Per chiarire, il Cloud Seeding, traducibile in italiano come “inseminazione delle nuvole“, è una pratica sviluppata da Vincent Joseph Schaefer, finalizzata ad agevolare il processo di condensazione del vapore acqueo all’interno delle nuvole mediante l’introduzione di particelle artificiali. È fondamentale precisare che tale tecnica non ha nulla a che fare con le ipotesi riguardanti le cosiddette “scie chimiche“.

Tuttavia, è importante sottolineare che il Cloud Seeding agisce come un catalizzatore che può aumentare le probabilità di precipitazioni in presenza di nuvole già formate, ma non è in grado di generare nuove formazioni nuvolose né di controllare la pioggia in modo diretto e sicuro.

Dal punto di vista meteorologico, l’evento straordinario è stato causato dal passaggio di un sistema temporalesco che ha interessato gli Emirati Arabi Uniti e altre regioni del Medio Oriente, inserito in una marcata saccatura atmosferica.

Questo sistema, parte di una zona di bassa pressione atmosferica in quota, ha provocato forti piogge e alluvioni anche in Oman e Iran, con accumuli significativi di precipitazioni.

La profonda zona di bassa pressione atmosferica ha agito come un “risucchio” di vapore acqueo dalle regioni tropicali più calde, creando un contrasto termico che ha favorito lo sviluppo di intense celle temporalesche.

In conclusione, è fondamentale affidarsi alla Scienza autentica anziché abbracciare teorie del complotto prive di fondamento, al fine di comprendere e affrontare con saggezza gli eventi eccezionali come quello verificatosi a Dubai.

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Autore del Post

Andrea Pardini

Amministratore Fondatore e Developer. Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico, con la passione per Meteorologia e la Scienza in generale. Attualmente Developer, Marketing e Social Media Manager presso una Concessionaria. Si occupa: del mantenimento della strumentazione e del portale web, stesura di articoli. Partecipa ai progetti: Archivio Eventi Meteo e Tornado in Italia.

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