Cloud Seeding far piovere a comando, è possibile?

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Se state pensando alla classica teoria del complotto, nota a tutti come “scie chimiche”, siete fuori strada! Il Cloud Seeding, la cui traduzione letterale indica inseminazione delle nuvole, è una tecnica che permette la stimolazione della pioggia.

Quindi è possibile produrre la pioggia, perchè non la facciamo subito anche in Italia, con la siccità che c’è?!

Questa particolare tecnologia che permette di modificare le condizioni meteorologiche di una determinata area favorendo la formazione della pioggia è molto dibattuta e oggetto ancora di diversi studi sulle conseguenze che può apportare all’ambiente.

Come funziona il Cloud Seeding?

Cerchiamo infatti di capire come funziona esattamente il Cloud Seeding. Sicuramente non è come nel film di animazione “Piovono Polpette“, che avviandolo, come con un pulsante inizierà a breve a piovere.

Partiamo pertanto dalle basi della pioggia, come sappiamo per piovere è necessario che si formino le gocce di pioggia.

Queste per avere origine hanno necessità di nuclei di condensazione, ovvero piccole particelle attorno alle quali può condensare il vapore acqueo che troviamo nelle nuvole.

Le particelle che formano i nuclei di condensazione le possiamo suddividere in due tipi: di origine naturale come la polvere e di origine antropica caratterizzata da inquinanti presenti in atmosfera.

Nella tecnica del Cloud Seeding, inventata da Vincent Joseph Schaefer, chimico e meteorologo americano che scoprì questa tecnica nel 1946, si va ad introdurre in maniera artificiale delle particelle così da favorire il processo di condensazione del vapore delle nuvole.

Si può fare in due modalità via terra con una sorta di cannoni e via aerei spargendo particelle sulla parte superiori delle nuvole.

Come funziona il Cloud Seeding?
Fonte Immagine Wikipedia

A scanso di inutili equivoci è bene precisare che quelle scie bianche lasciate dagli aerei in quota, non hanno nulla a che vedere con questa tecnica, si tratta in quel caso semplicemente di innocuo vapore acqueo.

Le sostanze utilizzate come particelle per dar luogo a questi nuclei di condensazione, sono lo Ioduro di argento e/o il ghiaccio secco ovvero la CO2 allo stato solido.

Questa tecnica però può essere come “stimolo” per incrementare la probabilità di pioggia, dove sono già presenti formazioni nuvolose, ma non va assolutamente a creare nuove nuvole. Pertanto in fasi di prolungata stabilità atmosferica non basterà il cloud seeding a risolvere il problema della siccità!

Pro e Contro del Cloud Seeding

Ora che abbiamo capito come funziona, vediamo anche pro e contro del cloud seeding. Partendo dai vantaggi sicuramente avremmo dell’acqua “extra” utile in aree dove le precipitazioni sono generalmente scarse. Inoltre la pioggia “ripulisce” il cielo dagli inquinanti in particolare dal particolato.

Ma c’è un però, queste sostanze chimiche si legano alla pioggia e ricadono finendo nei corsi d’acqua e nelle falde acquifere.

Al momento non è chiaro che impatti ha sull’ecosistema e sulla nostra salute l’utilizzo di questa sostanza. Sono al momento in corso diversi studi, ma non vi sono per il momento certezze scientifiche.

Tralasciando poi l’aspetto dei costi per attività del genere, non è chiara nemmeno la sua efficacia, ovvero quanto è stato il contributo portato dall’uso della tecnica e quanto invece si avrebbe avuto di pioggia senza.

Voi che ne pensate sul Cloud Seeding? Scrivetecelo nei commenti.

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Autore del Post

Andrea Pardini

Amministratore Fondatore e Developer. Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico, con la passione per Meteorologia e la Scienza in generale. Attualmente Developer, Marketing e Social Media Manager presso una Concessionaria. Si occupa: del mantenimento della strumentazione e del portale web, stesura di articoli. Partecipa ai progetti: Archivio Eventi Meteo e Tornado in Italia.