Pubblichiamo questa interessante analisi elaborata da Serena Giacomin e pubblicata sulla sua Pagina Facebook, consultabile direttamente dal link in calce.
Mettiamo subito in chiaro una cosa: il 95% degli incendi che hanno luogo in area mediterranea sono causati dall’uomo e oltre la metà sono di natura dolosa. Detto questo, i fattori di base che influenzano il comportamento degli incendi boschivi sono i combustibili vegetali, le condizioni meteorologiche e le caratteristiche geomorfologiche del territorio.
Per quanto riguarda i combustibili vegetali l’ingrediente più importante per la loro combustione è il contenuto di acqua, determinato dalle precipitazioni, dal vento, dalla temperatura e dall’umidità atmosferica. Quando questo valore è maggiore del 25% circa, l’accensione dell’incendio è resa possibile solo con un consistente contributo esterno di calore.
Riguardo alle precipitazioni il valore che interessa non è tanto la quantità, ma la loro distribuzione nel tempo; infatti e nei periodi di prolungata siccità si generano le condizioni ideali per l’innesco di un incendio.
Il vento ricopre un ruolo fondamentale perché è in grado di trasportare grandi quantità d’aria per la combustione, essicca i combustibili vegetali ottimizzando l’evaporazione, sparge i tizzoni anche a grande distanza e soprattutto determina la direzione, la forma e la velocità di propagazione delle fiamme.
Anche le elevate temperature essiccano i corpi vegetali e li riscaldano, facilitando cosi il raggiungimento della temperatura di accensione. L’umidità atmosferica agisce direttamente sul contenuto d’acqua dei combustibili, principalmente di quelli morti.
Analizzando gli aspetti del territorio, influisce la quota per la diversa vegetazione, per la differenza di temperatura e di precipitazioni. In genere la predisposizione al verificarsi di incendi boschivi diminuisce con l’aumentare della quota, soprattutto in quelle zone in cui nevica durante l’inverno.
La pendenza di un versante determina il formarsi di un angolo tra la superficie e i raggi del sole. Tanto più questo angolo sarà prossimo ai 90° (angolo retto), tanto maggiore sarà l’effetto dei raggi solari sul suolo. Tale angolo varia anche con la latitudine, la stagione e l’ora del giorno.
Anche l’esposizione influisce: il versante si scalderà maggiormente quanto più numerose saranno le ore di esposizione al sole; esso sarà tanto meno umido quanto più sarà esposto ai venti ed alle brezze. Anche la vegetazione cambia: si troveranno specie più verdi e quindi meno combustibili sui versanti con minor esposizione solare, piuttosto che nei versanti con maggiore esposizione.
Puntiamo l’attenzione sull’aumento delle ondate di calore, siccità, stress idrici prolungati per assenza di precipitazioni (pioggia e neve): questo significa che aumenterà il numero delle giornate in cui la vegetazione, a causa di ondate di calore e stress idrico dovuto a diminuzione di precipitazioni, sarà in condizioni tali da favorire gli incendi. In sostanza la tendenza seguita a causa del cambiamento climatico ci anticipa un futuro in cui la stagione degli incendi sarà prolungata.
Futuro difficile non solo per effetto dei cambiamenti climatici, ma anche per i cambiamenti di uso di suolo, come l’abbandono delle campagne e l’espansione delle aree urbane, per cui la stagione degli incendi è destinata a diventare ancora più scottante.
Tratto dalla Pagina https://www.facebook.com/serenagiacominmeteo/
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