Weekend 10-12 Maggio: Aurora Boreale visibile dall’Italia?

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Parliamo nuovamente dell’Aurora Boreale, poiché alcuni articoli suggeriscono che tra Venerdì 10 e Sabato 11 maggio potremmo avere la possibilità di osservare delle aurore boreali molto ampie, a seguito di una modesta tempesta solare. Ma, saranno visibili anche dall’Italia?

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No, purtroppo non potremo vedere l’aurora boreale, ma potremmo avere la fortuna di assistere al fenomeno dei SAR o del STEVE.

Il primo fenomeno, noto come “archi di luce rossa”, si riferisce ai SAR. Questi SAR, identificati per la prima volta nel 1956, sono apparsi a seguito di una violenta tempesta geomagnetica causata da due espulsioni di massa coronale (CME) dal Sole.

Scattata da Mark Savage il 5 novembre 2023 @ Northumberland, Regno Unito

La tempesta di classe G3 che si è verificata nei giorni precedenti ha generato un flusso di vento solare (plasma) altamente energetico, carico elettricamente, che ha interagito con il campo magnetico terrestre e con i gas presenti in alta atmosfera come ossigeno e azoto.

Il Professor Jeff Baungardner del Centro per la Fisica Spaziale dell’Università di Boston ha spiegato questo fenomeno su Spaceweather.com.

Se le aurore boreali si manifestano per via dell’interazione delle particelle, i SAR sono un segno di energia termica che si disperde nell’atmosfera superiore dalla corrente ad anello della Terra, un circuito a forma di ciambella che trasporta milioni di ampere intorno al pianeta.

Questi “archi di luce” che compaiono durante le forti tempeste geomagnetiche si illuminano di rosso a 6300 Å, sempre a causa dell’ossigeno atomico presente in alta atmosfera. Di solito, i SAR sono così deboli da non essere visibili ad occhio nudo.

Gli archi SAR si manifestano in prossimità del picco massimo del ciclo undecennale dell’attività magnetica del sole.

Un secondo fenomeno, chiamato STEVE (Strong Thermal Emission Velocity Enhancement), è di recentissima scoperta ed è in parte ancora misterioso.

Si tratta di un fascio di luce viola descritto nel 2018 nell’articolo: “Nuova scienza alla vista: i cittadini scienziati portano alla scoperta di strutture ottiche nella alta atmosfera”. Un team di ricerca guidato dalla Dott. Elizabeth A. MacDonald, ricercatrice presso il Goddard Space Centro della NASA e il New Mexico Consortium.

Come specificato dalla ricerca, si ritiene che STEVE (avvistato principalmente in Irlanda) sia legato all’interazione del vento solare con il campo magnetico terrestre.

Il bagliore viola sarebbe provocato da rapidissimi flussi di gas caldi a 3000°C che fluiscono dalla magnetosfera terrestre a oltre 21.000 km orari.

Fino al 2018 si sapeva poco o nulla di STEVE, sebbene ci fossero molte fotografie scattate da fotografi e scienziati cittadini.

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Autore del Post

Andrea Pardini

Amministratore Fondatore e Developer. Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico, con la passione per Meteorologia e la Scienza in generale. Attualmente Developer, Marketing e Social Media Manager presso una Concessionaria. Si occupa: del mantenimento della strumentazione e del portale web, stesura di articoli. Partecipa ai progetti: Archivio Eventi Meteo e Tornado in Italia.

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