Spesso dopo violenti temporali caratterizzati da forti raffiche di vento si sente parlare di tromba d’aria o tornado (ricordiamo sono sinonimi!); in realtà il più delle volte, i danni causati dal forte vento sono da attribuire a quello che in gergo viene chiamato downburst, ovvero una forma particolarmente violenta di corrente discendente (downdraft) della nube temporalesca.
Nei temporali più violenti, come quelli a supercella, le raffiche di downburst possono raggiungere velocità anche superiori ai 100km/h, paragonabili a quelle di un tornado “debole”.
Vi è però una differenza fondamentale: le raffiche di downburst si propagano linearmente, i venti associati ad un tornado ruotano intorno ad un asse verticale.
Quello che contraddistingue un tornado (o una tromba d’aria) dalle raffiche di downburst, è il classico imbuto, che a seconda dei casi può essere più o meno condensato.
Un’altra notevole differenza risiede nei danni che essi causano. La traccia dei detriti da downburst (i rami spezzati, i pali, gli alberi ecc) ha un andamento che diverge a ventaglio a partire da una linea centrale nel core del downburst.
I Downburst interessano un territorio avente diametro di qualche km. L’area colpita da un tornado è in genere molto minore (dall’alto si può vedere la classica traccia lunga e stretta) e la traccia dei detriti è disposta in modo circolare. Si possono vedere tronchi di alberi spezzati o scorticati e pericolosissime schegge conficcate nei muri. Anche per questo è bene osservare questi affascinanti eventi da molto lontano!
La violenza dei downburst è dovuta in parte all’evaporazione delle precipitazioni che cadono.
Ossia, nel processo di evaporazione viene sottratto calore alla massa d’aria discendente che si raffredda ulteriormente, diventando ancora più densa ed accelerando la velocità di caduta, da qui suddividiamo il fenomeno in due tipi:
WET DOWNBURST (Downburst Umido): questo è quello più violento perché si manifestano piogge intense, anche a carattere grandigeno, violente raffiche di vento che nebulizzano le precipitazioni, facendo diminuire sensibilmente la visibilità.
–DRY DOWNBURST (Downburst Secco): in questo caso si osservano raffiche di vento senza precipitazioni che sollevano molta polvere dal terreno asciutto. La genesi di questo fenomeno è dovuto quando le precipitazioni attraversano uno strato d’aria molto secco che fa completamente evaporare la pioggia prima di toccare il suolo.
Esiste poi un’altro fenomeno i Macroburst che si formano quando le correnti discendenti dei downburst interessano una superficie orizzontale superiore ai 4km.
La loro origine è ricollegabile a sistemi a multicella spesso associati ad un fronte freddo. La loro durata arriva a circa mezz’ora ma a causa dello spostamento del temporale colpiscono varie località. In un Macrobust si raggiungono venti a 210km/h e oltre!
Se la superficie delle correnti discendenti coinvolgono fasce orizzzontali inferiori ai 4Km si parla di Microburst. Rispetto ai macroburst possono però essere molto più violenti. In alcuni casi possiamo raggiungere tranquillamente i 260km/h e oltre. La durata è di circa una decina di minuti sono più frequenti nei temporali a singola cella.
Questo post è stato modificato il 15 Gennaio 2019 17:59
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