La giostra del tempo senza tempo Intervista a Carlo Cacciamani

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La giostra del tempo senza tempo – I Cambiamenti Climatici e il patto tra le generazioni di Carlo Cacciamani.

Carlo Cacciamani, laureato in Fisica a Bologna, ha una esperienza più che trentennale nel settore delle previsioni meteorologiche e della climatologia. Tutt’oggi è coordinatore del Centro Funzionale Centrale al Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, ma oltre a questo è autore di molti articoli scientifici inerenti il settore.

Il libro “La giostra del tempo senza tempo – I Cambiamenti Climatici e il patto tra le generazioni“, ci spiega come i cambiamenti climatici sono una realtà incontrovertibile e determinano grandi impatti sugli ecosistemi terrestri e marini, sul rischio idrogeologico, la salute delle persone e degli animali, le attività produttive, la biodiversità delle specie vegetale e animale e tanto, tanto altro ancora.

Intervista all’Autore

Carlo, ci ha donato il suo tempo prezioso anche per una breve intervista, che vi alleghiamo di seguito, curata dal nostro cacciatore Franco Menenti.

Abbiamo letto con molto interesse uno straordinario curriculum scientifico e professionale, ma la cosa che più ci ha colpito è la capacità di relazionarti ai massimi livelli, e con i più piccoli “meteoamatori”, e da qui la prima domanda che vogliamo rivolgerti:

Quanto pensi sia importante il ruolo dei singoli cittadini, nella capacità di resilienza delle civiltà alle sfide che i cambiamenti climatici stanno presentando?

Credo che il ruolo dei cittadini sia importantissimo. Pensiamo, ad esempio, agli impatti che i cambiamenti climatici potranno avere sul rischio alluvioni.

IL Rischio, R, come noto, è la combinazione di P (Pericolosità), V (Vulnerabilità) e E (Esposizione).

La “P” è sostanzialmente la probabilità che possa accadere un evento (Meteo o idro, o geo) pericoloso in un territorio, “V” evidenzia la suscettività di quel territorio (ad esempio nel territorio sono presenti frane e dissesti, vi sono bacini fluviali attigui ai paesi e alle città, con tratti arginati magari che magari mostrano delle debolezze ecc..;

“E” rappresenta l’Esposizione al rischio, connessa alla presenza sul territorio vulnerabile, di strade, case, di luoghi di lavoro, in genere di “antropizzazione”, spesso crescente nel tempo, che può rendere elevatissimo un rischio anche in presenza di debole pericolosità.

Per fare un esempio semplice. Una pioggia di forte entità può costituire un rischio modesto se si abbatte su uno stadio di calcio vuoto; al contrario una pioggia anche di entità moderata può determinar e un rischio elevato nello stesso stadio di calcio però pieno di persone…. Agendo (riducendo) ognuno degli elementi P, V ed E si riduce il Rischio (R).

I cittadini possono intervenire sia nel ridurre V, ad esempio operando assieme alle Istituzioni nella messa in sicurezza dei territori, collaborando e magari non ostacolando, quando servono la costruzioni di opere idrauliche per il contenimento delle acque fluviali, ecc….

I cittadini possono inoltre ridurre E attivando comportamenti più virtuosi. Ad esempio i cittadini devono pretendere che nel Comune dove vivono vi sia un Piano, a livello comunale, di Protezione Civile, dove siano indicati gli elementi a rischio e le azioni da svolgere per mettersi in sicurezza in occasioni di pericolo.

In sostanza i cittadini devono diventare “attori” nel processo di crescita della loro stessa resilienza, e non spettatori che attendano siano sempre le Istituzioni a guidarli e proteggerli dai sempre più frequenti fenomeni pericolosi, indotti dai cambiamenti climatici.

Autore del Post

Andrea Pardini

Amministratore Fondatore e Developer. Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico, con la passione per Meteorologia e la Scienza in generale. Attualmente Developer, Marketing e Social Media Manager presso una Concessionaria. Si occupa: del mantenimento della strumentazione e del portale web, stesura di articoli. Partecipa ai progetti: Archivio Eventi Meteo e Tornado in Italia.

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