La giostra del tempo senza tempo Intervista a Carlo Cacciamani

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Quanta e quale responsabilità, secondo te abbiamo nei confronti delle nuove generazioni, per la formazione di una cultura più in linea con le sfide del futuro.

Direi che la responsabilità è enorme. In sostanza il Pianeta che noi abbiamo “modificato” nel periodo denominato Antropocene (dall’inizio dell’era industriale ad oggi) è profondamente già adesso diverso da quello che noi abbiamo ereditato dai nostri genitori, nonni e bisnonni.

Alle prossime generazioni lasciamo un Pianeta che ha un contenuto di gas climalteranti in Atmosfera molto maggiore di 100 anni fa: l’Anidride Carbonica ha raggiunto i 415 ppm, valore mai raggiunto negli ultimi 800 mila anni.

Dobbiamo assolutamente cambiare direzione anche di sviluppo, far uso di quantità minori di energia, da produrre SOLO da fonti rinnovabili; dobbiamo promuovere ed avere stili di vita più rispettosi dell’ambiente e che sfruttino meno le risorse naturali.

In tale contesto la attività di formazione dei cittadini di domani è essenziale. Un cittadino “formato” sa anche utilizzare le “informazioni” (ad esempio le Allerte emesse dalle autorità) al meglio.

Una domanda sul “personaggio” Carlo, l’Uomo… Sappiamo che ti piace molto la musica, e ti scopriamo scrittore, quanto aiuta in situazioni di emergenza o comunque di forte concentrazione avere una mente elastica in grado di lavorare non solo sugli aspetti tecnici ma anche con un lato che potremmo definire più “sensibile”?

Beh, innanzi tutto dire che sono uno scrittore è certamente esagerato. E anche musicista: sono solo uno che suona, e per altro neanche troppo bene, il pianoforte.

Comunque si, mi piace scrivere e suonare e, in generale, coltivare la conoscenza di altre forme di Arte e di espressione.

Questo mi aiuta a cercare sempre di vedere le cose da orizzonti più vasti. Per altro, proprio nel mio lavoro, che alla fine si concentra anche nel “comunicare” una allerta, è fondamentale avere dimestichezza nella comunicazione, nell’uso delle parole “giuste” e nell’uso di modalità di comunicazione più emotivamente coinvolgenti le persone.

Questo perché le parole ed il racconto, se ben espresse, hanno maggiore presa sulle persone di quanto possano essere formule e i grafici.

Sono assolutamente convinto che se si vuole arrivare a coinvolgere il grande pubblico nelle questioni tecnico-scientifiche in senso lato, sia necessario usare linguaggi più vicini alle persone. In tal senso, quindi, lavorare ed essere.

Ed ora veniamo alle domande che interessano molto i nostri follower:

In un futuro prossimo, fatto di scenari che non conosciamo ma che potrebbero verificarsi (ad esempio scenari maxi o multi emergenziali, pensi che i singoli cittadini opportunamente formati potrebbero aiutare le Istituzioni, se non nella gestione almeno nella comprensione più veloce di alcuni scenari ?

A mio parere i cittadini dovranno essere sempre più coinvolti, in prima persona, dalle Istituzioni, e lavorare con esse nella costruzione, ad esempio, dei Piani di Protezione Civile Comunale, che sono l’anello fondamentale del processo di messa in sicurezza.

E’ necessario che, inizialmente, i cittadini siano adeguatamente “formati” per svolgere questi ruoli, e poi bisogna dare ad essi gli spazi per permettere loro di interagire con le Istituzioni.

Più nello specifico, credi che sia possibile come succede ad esempio negli Stati Uniti con il progetto Sky Warning, e con i “cacciatori di tornado che in un futuro non molto lontano volontari possano aiutare ad esempio attraverso i social ed il nowcasting ad abbattere i tempi di reazione sui fenomeni magari di scala ridotta ma di importante impatto ?

Certamente si. Già oggi esistono esempi virtuosi, in alcune aree del Paese, di interazioni a due vie tra cittadini e Istituzioni.

I cittadini, di nuovo sottolineo formati opportunamente, possono informare in tempo reale sulle condizioni di vulnerabilità presenti e che osservano, spesso rapidamente mutanti nel tempo.

Parallelamente possono fornire alle istituzioni i dati da loro rilevati nelle reti di monitoraggio amatoriali, trasferire informazioni anche qualitative, coi social media, opportunamente certificati.

Tale gran mole di dati che arrivano dai cittadini alle istituzioni (big data) devono essere opportunamente trattati, per separare le “buone informazioni” dal “rumore”, e poi costruire con tali dati delle mappature della vulnerabilità (ad esempio) del territorio estremamente capillare.

Parallelamente i cittadini possono informare in tempo reale di possibili condizioni di rischio nel vicino futuro, con ciò operando per la messa in sicurezza dei loro territori in tempo reale

Ultima domanda, da volontario di Protezione Civile… Quanto possiamo ancora crescere in ambito della formazione, comprensione e divulgazione al pubblico ed ai media di una buona cultura della scienza che tanto Amiamo, ovvero la Meteorologia ?

Direi che il processo di crescita delle competenze non ha mai fine. Premesso che per giungere a svolgere delle attività di tipo previsionale occorre una formazione di base profonda su Fisica, Matematica, ecc…che in genere si apprende all’Università, e quindi non potrà mai essere mai appannaggio di “tutti”, è tuttavia vero che esistono tantissimi settori, nella Meteorologia come in altri, in cui anche chi ha un più basso livello di scolarizzazione può svolgere ruoli tecnici di supporto essenziali nel settore della meteorologia operativa. E non solo in essa

Ti salutiamo con stima, e con una domanda che credo ti farà sorridere: “Come possiamo aiutare “?

Ricambio la stima, prima di tutto. E poi, si, certamente si, ci sono tanti aspetti in cui il mondo delle Istituzioni può operare con quello del Volontariato.

C’è da dire che questo in gran parte già sta avvenendo. L’Italia ad esempio ha un contingente ricchissimo di volontari che operano con le Istituzioni. I Volontari costituiscono una risorsa fondamentale per il Servizio di Protezione Civile, ad esempio.

Questa collaborazione deve essere mantenuta e rafforzata; i Volontari potranno aiutare sempre più e meglio quanto più e meglio saranno stati formati, nei diversi ambiti in cui poi si declinerà la loro attività.

Un ringraziamento a Carlo Cacciamani per aver risposto alle nostre domande, vi invitiamo quindi ad acquistare questo interessante libro, che potete trovare online ai seguenti link:

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Autore del Post

Andrea Pardini

Amministratore Fondatore e Developer. Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico, con la passione per Meteorologia e la Scienza in generale. Attualmente Developer, Marketing e Social Media Manager presso una Concessionaria. Si occupa: del mantenimento della strumentazione e del portale web, stesura di articoli. Partecipa ai progetti: Archivio Eventi Meteo e Tornado in Italia.

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