Ambiente

L’eruzione del vulcano Fagradalsfjall in Islanda e le sue cause

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Ormai da alcuni mesi le aree a sud-ovest dell’Islanda sono diventate una metà turistica che offre uno spettacolo con pochi precedenti, dinanzi a numerose eruzioni vulcaniche che sono state riportate anche sulla nostra pagina Facebook.

Da sempre è noto come l’Islanda sia un territorio ricco di attività vulcanica e con una sismicità marcata, e anche questi eventi sono stati anticipati da una moderata attività sismica. I paesaggi che caratterizzano l’isola attirano ogni anno migliaia di turisti, ma cosa porta l’Islanda ad assumere queste caratteristiche?

L’Islanda si trova su un’area marcatamente distensiva in cui, con una media di ben 2 cm all’anno, si dividono la placca nord-americana e quella euro-asiatica. Questo movimento non è lineare ma avviene ad intervalli di tempo irregolari. In corrispondenza di queste distensioni nascono le dorsali medio-oceaniche. In queste porzioni, laddove la crosta si assottiglia a seguito dei processi distensivi, avviene una depressurizzazione che permette una diminuzione del punto di fusione delle rocce. Per questo motivo lungo queste fratture, spesso corrispondenti a faglie distensive superficiali, avviene la fuoriuscita di magmi basici ricchi in ferro e magnesio, e quindi di nuova crosta oceanica. Questi vulcani, che con tempo avranno un’evoluzione a scudo, possono nascere in tempi relativamente brevi e talvolta anche di pochi giorni!

E’ doveroso aggiungere che tendenzialmente che i magmi basici non sono caratterizzati da eruzioni pericolose, come avviene ad esempio sullo Stromboli e come potrebbe avvenire per il Vesuvio. Tuttavia, l’eccessivo materiale emesso potrebbe col tempo rivelarsi un problema per le abitazioni non troppo distanti dalle linee vulcaniche. Inoltre, le fuoriuscite di gas emesse durante le eruzioni vulcanici, in parte tossiche per la salute umana, vengono monitorate regolarmente dai geologi della zona.

Alcuni geologi hanno ipotizzato che alla base della presenza dell’Islanda ci sia un’interazione fra i movimento distensivi di dorsale medio-oceanica e i movimenti verticali tipici degli hot-spot, per la quale vi rimandiamo alla letteratura proposta nei testi di geologia. Grazie alla ricerca scientifica avremo modo di chiarire questo aspetto in futuro.

Autore del Post

Daniel Gialdini

Geologo, Osservatore e Moderatore. Laureato in scienze e tecnologie geologiche. Nutre una grande passione verso le scienze matematiche, fisiche e naturali. Si occupa dei report meteorologici relativi alla Regione Toscana e alla stesura di articoli scientifici relativi alle scienze geologiche.

Questo post è stato modificato il 26 Dicembre 2023 11:28

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